
Tutti «penisole»
“Studi Cattolici”
La tesi nel saggio è in sintesi: «la buona qualità della vita deriva dalle buone quantità della vita». Le quantità non mentono, se si utilizzano correttamente le unità di misura e se ci si pone quello che dovrebbe essere il primo obiettivo per ogni essere umano, vale a dire guardare le cose come stanno. Obiettivo magari inquietante, ma degno di chi voglia vivere una vita autentica. L'autore ci propone una tesi in netta controtendenza, nella forma e nel contenuto.
Non vi sono citazioni né bibliografia, anche se il lettore attento potrà cogliete innumerevoli riferimenti alla filosofia antica, moderna e contemporanea. Ogni spunto ha un collegamento diretto con alcuni principi fondamentali del cristianesimo: l'amore per sé stessi e l'amore per il
prossimo, l'unità di corpo-mente-anima, l'ordinamento giuridico al servizio della persona, il perfezionamento di sé, «l'individualismo comunitario», il cosiddetto fine vita.
La sintassi rispecchia un profondo dialogo interiore e una visione schietta dei rapporti umani, distillando i concetti attraverso una successione aforistica. Il linguaggio agile permette al lettore di sentire la voce dello scrittore, che gli parla per condividere le riflessioni allo scopo di verificarne il fondamento. Senza fretta. La rassegna delle quantità della vita si sviluppa in tutti i segmenti dell'esperienza, dall'educazione al lavoro, dall'amore alle amicizie, dalla vita sociale alla politica, dall'effimero all'eterno. I punti di partenza sono sempre due: l'esperienza personale e ciò che accomuna ogni essere umano. «Siamo tutti figli» e «siamo tutti penisole», sono concetti semplici e veri perché derivano da ciò che ci costituisce: genetica-educazione-accadimenti-libertà. Ognuno di noi rappresenta l'umanità e ha su di sé la responsabilità di rappresentarla al meglio, anche se finge di non saperlo. Le quantità della vita è un saggio universale, anche se contiene numerosi spunti autobiografici: in qualsiasi punto lo si apra, questo libro fornisce argomenti sui quali soffermarsi. La chiave di volta è quella della cucina, uno dei principali punti di raccordo tra le esperienze umane. Il tema della cucina è di fatto ricorrente, fornendo argomenti per sostenere l'esigenza di quantità equilibrate nell'educazione e nella crescita, nell'alimentazione e nella nutrizione, nella dedizione alla gastronomia e nella condivisione del cibo. Questo saggio è destinato principalmente a chi abbia a cuore l'esperienza educativa. Il risultato che ne deriva è quello di domande aperte, come è naturale che sia quando l'avventura umana si trasporta di continuo tra mondo interiore e mondo esteriore. Non si giunge qui a una moralità preconfezionata, perché è lasciata a ciascuno la risposta sua. Il modello di essere umano che si prende in considerazione è e resta quello di una domanda senza fine, perché gli schemi aiutano a vivere ma lo schematismo annichilisce.